top of page

L'autunno

Sete d'amore

  • Cat
  • May 2, 2018
  • 4 min read

Attualmente sto leggendo "La ragazza dello sputnik" di Murakami Haruki, che vi dico la verità, non vedo l'ora difinire. Ma non è di questo che vorrei parlarvi ora, quanto piuttosto del libro che ha preceduto questa lettura: "Sete d'amore" di Mishima Yukio.

Non appena l'ho trovato su Amazon ho pensato subito: che titolo drammatico e sentimentale! con un sorrisetto maligno con cui lo bollavo già come titolo banale. Stavo cercando in generale dei libri recensiti positivamente di Mishima per iniziarmi a questo noto autore. Alla fine le recensioni positive e la copertina seducente mi avevano convinta. So che l'aspetto esteriore non è tutto ma ad una bella copertina non so resistere, e questa era proprio il mio tipo.

Oltre a "Sete d'amore", anche "Una virtù vacillante" dello stesso autore, finì nel mio carrello, insieme a "Kitchen" di Banana Yoshimoto e alcuni libri per l'università. Li ho presi tutti e letti uno dopo l'altro.

Come vi dicevo, dal titolo avevo già un vago pregiudizio sul libro. La cosa bella dei pregiudizi leggeri o se vogliamo superficiali e quindi facili da distruggere è la sensazione successiva di piacevole stupore nel rendersi conto di aver sbagliato e nello scoprire qualcosa di bello.

Allora, "bello" forse non è l'aggettivo più adatto per descrivere questo libro. D'altronde di libri belli che mi sono piaciuti ce ne sono pochi, anzi, nessuno. A me piacciono i libri drammatici, violenti nel senso che ti turbano, intensi, che ti lasciano un segno dentro che prima non avevi o non pensavi di avere. Più o meno come quando una piccola ruga d'espressione quasi impercettibile diventa per te di colpo visibile. Un piccolo shock. Questo non vuol dire che non apprezzi una scrittura più leggera o piena di umorismo, anche se a questo preferisco di gran lunga l'ironia, che va a braccetto con la mia natura. Solo i libri leggeri non mi toccano davvero, e finisco per dimenticarmene subito.

Bene, "Sete d'amore" non è uno di quelli. E' molto breve. Se dovessi considerare solo la sua lunghezza faticherei a definirlo romanzo. Ma considerando il contenuto, farei doppia fatica a chiamarlo racconto la cui materia è spesso più leggera e godibile. Diciamo che è un romanzo molto molto breve ma denso.

La protagonista è una giovane donna rimasta vedova da circa un anno. Essendo donna (all'epoca il sistema gerarchico della società giapponese era ancora più radicato) e vivendo nel difficile contesto del dopoguerra giapponese, non ha molte alternative davanti a sé, e accetta di andare a vivere dal suocero che ha casa in un paesino di campagna. Lì, con lui, convive con le altre due nuore del vecchio e il marito di una di queste. Ad aiutarli nelle faccende domestiche vi sono due giovani ragazzi di umili origini: Saburo e Miyo.

Questi ultimi sono quasi coetanei, lui ha 18 anni, lei 16. La loro non è propriamente una storia d'amore, ma potrebbe diventarlo. La gelosia e la passione di Ryosuke, l'anziano padrone di casa, per Etsuko, la giovane vedova nonché sua nuora, non è una storia d'amore. Il matrimonio di Etsuko e il marito non è stato una storia d'amore. Almeno non nel senso stretto e tradizionale del termine.

I sentimenti dei personaggi non si identificano mai in maniera adeguata con l'amore, eppure sembrano passarci accanto, sfiorarlo, avvolte sorpassarlo fino ad accorgersi di non trovarlo più alle proprie spalle, di averlo perso. E' ciò che ha vissuto Etsuko con il marito, ed è ciò che sta vivendo ancora ora che si è innamorata nuovamente. E' il modo di amare di Etsuko, come è stata abituata ad amare. Prima con devozione, poi con gelosia, con abnegazione, sottomissione, masochismo, poi come vendetta, con egoismo, crudeltà ma sempre facendo male per prima a se stessa. Ed è il motivo per cui non riesce più a ricevere amore, ricercandolo sempre ma rifiutandolo quando gli viene offerto.

L'andamento della narrazione è solo apparentemente lento, perché a ben vedere ogni passaggio risulta necessario alla comprensione e allo svolgimento della storia. Lungi dall'essere lento è invece calmo e la prospettiva attraverso cui ci viene mostrato tutto è una prospettiva dall'alto, distaccata, ma onniscente. Ciò fornisce al lettore una visione più ampia e più comprensiva, che non permette di schierarsi da una parte piuttosto che dall'altra, ma spinge alla consapevolezza della complessità dei pensieri e delle emozioni che si nascondono dietro i comportamenti di ciascuno, pur nella loro semplicità.

In questa complessità risiede anche la stupidità, e suo complice è il caso, o meglio quelle coincidenze che fan sì che due persone pensino la stessa cosa o che voglino cose opposte proprio in quel preciso istante quando un solo minuto di persistenza nel sentire di uno o dell'altro li avrebbe portati ad incontrarsi, che poi questa asincronia è ciò che di tragico vi è nei rapporti umani.

Dopo averlo letto sono andata sul web alla ricerca di ulteriori informazioni, pareri, collegamenti, essendo ancora assettata del libro (lol) e ho scoperto che nel titolo originale " Ai no Kawaki ", la parola "Kawaki" fa riferimento ad una sensazione in particolare, il senso di secchezza da terra riarsa. Contrariamente alla banalità, che non era altro che la mia superficialità, comprendo ora il peso e la poeticità del titolo.

Disturbante, preciso, autentico: questo è Sete d'amore.

E' stato anche riadattato in un lungometraggio nel 1967 ad opera di Koreyoshi Kurahara di cui sotto vi lascio alcuni screenshoots (l'attrice è bellissima!). Probabilmente lo guarderò, poi vi farò sapere.

Per adesso però vi posso consigliare "La pianista" di Michael Haneke, che ho già visto in passato due volte. Vi ho trovato molte assonanze. Se invece avete visto il film di Haneke e vi è piaciuto ma non avete letto questo libro di Mishima, be', ovviamente vi consiglio di leggerlo:)

Per me è un 5/5.

Comments


Featured Posts
Recent Posts
Home
Movies
Manga
Arte
bottom of page