City Hunter di Hojo Tsukasa
- Cat
- May 6, 2018
- 6 min read
L'opinione completa
City Hunter è un manga che rientra sotto tre tipi di genere che si intersecano continuamente tra di loro nel corso delle vicende: della commedia, del poliziesco e del genere sentimentale/romantico.
Viene etichettato come "shonen" in quanto ci sono sicuramente alcuni momenti profondi, momenti piuttosto drammatici e sentimentali, ma resta prevalente la componente comica e se vogliamo il trash tra assurdità e l'umorismo a sfondo sessuale e a volte volgare.
La cosa che salta immediatamente all'occhio è la grafica, o meglio, lo stile del disegno di Tsukasa Hojo. Il tratto è sinuoso e aderente ma, in contrasto con quello che è il tono dell'opera in generale, sempre elegante. Le figure, così come gli sfondi sono fortemente realistici. In un certo senso superano il reale e sembrano ambire all'idea, (di cui parlava Platone, che risiede nella perfezione, mentre il reale nel mondo dell'imperfezione). Ryo è un ragazzo, poi più tardi un uomo, attraente. Con un bel viso e il fisico scultoreo. Le donne, tutte, sono sempre bellissime. Le loro silhouette rappresentano ciò che veramente tiene l'occhio incollato alle pagine. Gli sfondi, che siano paesaggi o un edificio o uno scorcio della città, sono accuratissimi e pieni di dettagli. Per farla breve City Hunter è un manga che sotto il punto di vista estetico è davvero quasi impeccabile. Per un'esteta come me, tutto ciò è essenziale e una goduria.

Il manga nel corso dei volumi non segue un'unica storia che ha un inizio, uno sviluppo e una fine . Piuttosto si può dire che, dopo l'inizio un po' brusco dove facciamo la conoscenza dei due personaggi principali è una sorta di raccolta di mini-storie autoconclusive che si susseguono una dopo l'altra, assolutamente scollegate tra di loro. Ryo e Kaori pur essedo i protagonisti e pur occupando lo spazio della maggior parte delle tavole, non vengono indagati più di tanto e i loro personaggi rimangono statici fino agli ultimi volumi, quando, con un'accelerazione improvvisa il focus va sul loro rapporto e sul passato di Ryo.
Parlando di contenuti, io andrei dritta al sodo.
Re indiscusso dell'opera è Ryo Saeba che nell'ambiente lavorativo è famoso per l'appunto come " City Hunter".
E' senza dubbio un personaggio molto affascinante e con più sfaccettature e lati d'ombra, che fanno sì che il lettore non si stufi mai di lui e che gli perdoni tutto o quasi. Parlo di "perdonare" perché non è un personaggio perfetto e forse io sono tendenzialmente un po' esigente. Ma come detto poco fa, gli si perdona tutto. Anche le battutacce più volgari. Anche l'insensibilità a volte, e il poco tatto. Anche alcune concezioni retrograde, figlie però del suo tempo. Anche le palpatine da molestatore. Anche l'essere o l'esser stato un killer e di aver ucciso molte persone. Tutto, gli si perdona tutto. Il motivo è che a lui dobbiamo le scene comiche, quelle che prevedono l'azione, quelle più drammatiche verso la fine dell'opera e ovviamente anche le scene d'amore o romantiche che però non sfociano mai nell'atto sessuale vero e proprio ma che anzi, raramente mostrano perfino un bacio (e infatti quasi non mi spiego perché abbia l'etichetta rossa che consiglia la lettura solo ad adulti). E qui sta la grande pecca dell'opera secondo me. Ora, io ammetto di avere un'altissima tolleranza nel leggere/vedere scene di violenza e sesso nelle opere d'arte, ma volete dirmi che non ci vedevate bene un po' più di scene esplicite, di sesso e di violenza, in un manga che ha come protagonista uno sweeper, che però è stato e può essere ancora un killer e che ha la fissa delle donne e del sesso? Be', io ce le avrei viste bene eccome. D'altronde era inevitabile che il sensei fosse influenzato dal fatto che la rivista dove veniva all'epoca stampata la serie si rivolgeva a ragazzi adolescenti e che quindi dovesse contenersi nei contenuti. Ma io ritengo che ciò non lo abbia disturbato molto, considerado che ha disegnato dritto per 32 volumi e che nelle altre sue opere non ci sia alcuna traccia di erotismo esplicito. D'altronde non è una pecca troppo grande e il lettore immerso nelle pagine se ne scorda velocemente.
Infatti i generi sono talmente ben assortiti che è impossibile annoiarsi o trovare passaggi pesanti. Il merito, per gran parte, è di Ryo, come ho già detto. Ma affianco a lui troviamo almeno altri tre personaggi di tutto rispetto. La prima per importanza, a cui ho già fatto cenno poco fa è sicuramente Kaori, che lo affianca in tutti gli incarichi e che si fa sentire soprattutto nelle scene comiche tirando fuori il suo martello. Seguendo l'ordine di apparizione incontriamo Umibozu, suo amico ma anche suo nemico, a volte. Probabilmente il personaggio più riuscito subito dopo Ryo. E poi c'è Saeko, la poliziotta sexy. Sebbene a primo sguardo il profilo di Saeko sembri ricalcare quello di personaggi femminili simili in altre opere (Fujiko/Margot in Lupin per esempio), c'è in lei un potenziale inesplorato dal sensei Hojo e che il pubblico ha del tutto ignorato, secondo me. Non vi siete mai chiesti come si siano conosciuti lei con Ryo o con Makimura (il fratello di Kaori nonché ex collega di City hunter)? Perché il rapporto tra i due, sweeper e poliziotta, sia così ambiguo? Perché dopo la morte di Makimura non abbia avuto più storie con altri uomini? Io sì, davvero. Infatti sto scrivendo qualcosina a tal proposito, che se vi interessa potrete leggere a breve nella sezione di Saeko o anche entrando nel blog.
Oltre a loro però vi sono altri personaggi che incontriamo più volte e che non solo risultano utili nelle missioni di City Hunter ma mostrano una loro caratterizzazione, un loro peso, lasciano un loro segno distintivo. Questi e tutte le belle clienti e i rari clienti uomini che si susseguono nei capitoli rendono questo manga ancora più gradevole.
Piccola aggiunta: riprendendo il discorso di prima, parlando sopra di scene romantiche e scene erotiche ho forse mischiato qualcosa che può anche essere separato. E' forse bene evidenziare che mentre le scene sensuali o quelle che più propriamente risvegliano il "mokkori" si rivolgono sempre alle clienti donne, che cambiano due volte in un ogni volume (se si considera l'edizione della Planet Manga), le scene più romantiche sono quasi sempre un'esclusiva di Kaori, sua assistente. Quindi essendo queste due sfere già di per sé separate, l'inserimento di scene più erotiche (con le clienti principalmente) non avrebbe comportato una contraddizione nel personaggio di Ryo, né nello sviluppo della storia con Kaori, né dell'opera generale. Sarebbe stato anzi, dal mio punto di vista ancora più interessante. Io sarei stata spinta dalla curiosità del sapere perché non riesca a non separare il sentimento dal sesso concretamente. Forse è successo qualcosa nel suo passato, magari nell'infanzia, che lo ha turbato? Qualcosa che ha a che fare con la madre e del rapporto che questa aveva col padre? O forse si tratta di una storia che avuto precedentemente? Insomma, le cose si sarebbero fatte ancora più coinvolgenti. Invece così prendiamo a ridere e a scherzare il fatto che lui manifesti il desiderio di farsele tutte ma di non riuscire mai ad arrivare al dunque con nessuna di loro. I più romantici penseranno che si trattenga per amore di Kaori. I più scettici come me penseranno che se l'ama tanto allora non dovrebbe, anzi, non potrebbe provare così tanta attrazione sessuale per le altre, e dovrebbe tenere a posto le sue manacce e dovrebbe non mostrare il membro eretto in ogni occasione e finire per illudere, come spesso avviene, la cliente di turno (anzi, sarebbe auspicabile che lo facesse sempre, a prescindere dal suo amore per Kaori). Tra l'altro recentemente ho finito di leggere un libro di psicologia che dice proprio che quando si è innamorati di una persona l'attrazione fisica per tutte le altre svanisce nei primi tempi della storia per poi riapparire, ma sempre attenuato e comunque controllato. Qua non mi pare proprio che il soggetto in questione si controlli per gran parte del manga. L'impressione piuttosto è che non sia poi un donnaiolo vero e proprio, nonostante manifesti i sintomi dei maniaci più cronici. Il che è un paradosso ed anche brutto. Perché l'essere donnaioli, e cioè avere storie di sesso con più donne, se non si è impegnati in una relazione seria non necessariamente è una cosa brutta, ma sembrare maniaci sì. E un maniaco eterosessuale piuttosto belloccio che ha facile presa sulle fanciulle che non è donnaiolo? Poco credibile.
Comments